C'era
una volta...
in un paese lontano un giovane
re buono e generoso. Tutti gli abitanti del regno gli volevano
molto bene, ma non apprezzavano che si tenesse accanto come
consiglieri il duca Roccio, il conte Giuan e il barone Locurat
boriosi, prepotenti e infidi. Amici d'infanzia del re, avevano
conquistato la sua fiducia e poco a poco stavano impossessandosi
del regno. Un giorno il barone Locurat convinse i suoi amici
a far sparire dalla stanza del tesoro l'oro che il re aveva
deciso di donare ai suoi sudditi. "In questo modo creeremo
il malcontento nel popolo che aspetta questo dono - spiegò
il barone - E poi accuseremo il re di averlo fatto sparire
per tenerlo per sé e questo ci spianerà la strada
per il trono". La sparizione dell'oro creò una
grande agitazione nel palazzo. Le guardie cercarono dappertutto
inutilmente. Il capo delle guardie suggerì al re di
chiedere l'intervento di un indovino. E il re così
fece emanando un bando che venne affisso in ogni angolo del
paese. Un giovane saltimbanco lesse il bando e pensò
fra sé: "Ecco un buon modo per procurarsi da mangiare"
e si diresse subito al castello presentandosi con il nome
di Mago Scarabeo. Il re, che stava per cenare, lo fece sedere
alla sua tavola e Scarabeo lo ringraziò assicurandogli
che avrebbe fatto del suo meglio per trovare il colpevole.
Si era appena seduto quando nel salone fecero il loro ingresso
contemporaneamente il conte Giuan e i camerieri con la prima
portata e Scarabeo esclamò felice "Ecco il primo!".
Il conte, credendo che stesse parlando di lui per incolparlo
del furto, impallidì e si sedette a tavola tenendosi
discosto dal re. Dopo poco giunse il duca Roccio che vide
l'amico pallido e spaventato e gli si avvicinò per
chiedergli cosa fosse accaduto quando Scarabeo, intento ad
ammirare un arrosto dorato, disse "Adesso è arrivato
anche il secondo". Anche il duca ebbe un moto di spavento
e corse ad avvertire il barone: l'indovino li aveva scoperti.
Il barone entrò nella sala e si diresse verso il re
e, con fare insinuante e minaccioso disse: "Questo non
è un vero indovino, Maestà, le sue parole potrebbero
indurvi in errore... Chiedetegli di dirvi cosa tengo in mano".
A queste parole il mago si sentì mancare: il barone
aveva scoperto il suo imbroglio. Al povero mago non restò
che deglutire e sussurrare: "Povero Scarabeo". A
queste parole il barone si irrigidì, il suo volto divenne
cereo e aprì le mani da cui sfuggì un piccolo
scarabeo. Il re, felice che il mago avesse indovinato gli
disse: "Resterai con me e mi darai ancora saggi consigli?"
e Scarabeo rispose "Questo era l'ultimo". Ormai
certi di essere stati smascherati i tre confessarono e vennero
mandati in esilio mentre Scarabeo ritornò ad essere
il giovane Axel e fu per sempre un fedele e fidato amico del
re.
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